Al tempo che passa
Fresca cade la pioggia dalle nubi plumbee; voci,
vibrazioni umane smettono di ascendere al cielo!
Del calesse non s’ode più lo stridulo clamore,
né della giovin contadina s’innalza più in alto il canto,
il canto gioioso del suo agreste idillio!
Dal campanile della pieve, d’un cupo acuto,
si disperde tra la brezza il tempo,
simile al respiro d’una vita lontana dalla luce!
Beccano due passeri solitari sui cristalli
velati di bruma!
Risalta nella quiete il rintocco dei ricordi,
le emozioni racchiuse in un antico cassetto.
Ogni istante trasuda nostalgia;
rimpianto.
Tra le lacrime degli anni passati,
la speranza si schiude nel presente.
Alle Rechte an diesem Beitrag liegen beim Autoren. Der Beitrag wurde auf e-Stories.org vom Autor eingeschickt Mauro Montacchiesi.
Veröffentlicht auf e-Stories.org am 11.03.2010.
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