Joel Fortunato Reyes Pérez

Il pendolo dei sogni.

Il pendolo dei sogni.

 

  Un cuore pieno di paura sottrae l‟individuo alla sua dignità umana e non gli fa realizzare appieno la sua vera identità, frantuma ogni relazione con se stesso e con gli altri e lo imprigiona. E‟ attraverso la relazione consapevole del valore della nostra individualità e di quella dell‟altro che ci liberiamo dalle nostre paure, dalle nostre prigioni. Per iniziare questo percorso dobbiamo avere fiducia. La fiducia libera dalla paura. Infatti le più grandi conquiste dell‟uomo sono state realizzate ponendosi con coraggio verso il mistero. E il mistero più grande dell‟universo siamo noi.

Discorsi veri più che mai, perché nessuno può dire di essere immune dalla tentazione di disquisire con assoluta convinzione, almeno ogni tanto, della pioggia che rovina il fine settimana, del traffico che rende le strade impossibili, dello stress della vita al giorno d’oggi etc…

Una bomba d’amore, una bomba di tribolazione interiore che ha portato la stesura di testi che mettono a nudo l’essere, i suoi tormenti e le sue rivelazioni. Devo scoprire il vero valore di me stessa attraverso una qualità relazionale profonda e illuminante, che va oltre ciò che mi viene offerto quotidianamente dalla società in cui vivo. La tecnologia, la materialità, il potere, il denaro e quant‟altro, sono elementi che mi vengono sottoposti in maniera deviante e distorta, soprattutto illusoria, non certamente in sintonia con la consapevolezza di un individuo che reclama la vera libertà e il vero amore.

L‟empatia, il “contatto”, la comunicazione, sono facoltà, privilegio della natura umana in una dimensione di vita limitata dal tempo e dallo spazio, è vero, ma unica e irripetibile, e per questo infinitamente preziosa. Il nostro modo di relazionarci con gli altri condizionerà tutta la nostra esistenza e contribuirà a formare la nostra personalità, il nostro essere individuale.

Tutto dipende dalla dimensione della nostra consapevolezza. Tutto dipende dal valore che diamo alla nostra presenza nella realtà. Ci sono persone che con una coscienza imprigionata corrono tutta la vita per conquistare il nulla. Conquistano il denaro, il potere, la posizione sociale, un beneficio d‟immagine, ma non possiedono il vero contatto con la loro parte più intima: la loro anima, il loro spirito, la loro vera essenza… nel primo caso, l'accessibilità della conoscenza sarebbe vincolata da controlli soggettivi, nel secondo la conoscenza sarebbe incarnata solo in alcuni individui privilegiati.

Lo scritto, come le immagini apparentemente vive della pittura, dà l'impressione di essere provvisto di intelligenza, ma se interrogato sa solo ripetere se stesso all'infinito.Per questo, il discorso scritto è sordo e rigido, e non si addice all argomentazione filosofica dialettica, ove la ricerca della verità scientifica si sviluppa attraverso l'interlocuzione, per piccoli passi.

Per ogni oggetto conoscitivo si danno cinque aspetti diversi, che rappresentano altrettanti gradi di approssimazione alla sua realtà effettiva: il nome (ònoma), la definizione (logos), l'immagine (éidolon), la conoscenza scientifica (epistéme), la cosa in sé (autò).Il linguaggio umano è intrinsecamente debole: perfino la definizione geometrica è una frase che rinvia indefinitamente ad altre frasi. Per questo, il solo discorso che ha speranza di raggiungere la verità è quello aperto a trasformarsi continuamente in altri discorsi e disposto ad un continuo confronto.

Le nostre scelte, la nostra morale e la nostra stessa realtà sono enormemente filtrate dalla formazione che abbiamo ricevuto e dal contesto culturale che abitiamo. Diciamo che anche ammettendo che un’oggettività sulla realtà possa esistere sarebbe comunque improbabile averne accesso.
In quest’epoca, si assiste ad un risveglio religioso, la cui apertura però spesso non avviene verso l’alto, verso il divino, bensì verso il basso e le forze infere. Perciò occorre il discernimento degli spiriti, per saper distinguere tra le forme tradizionali di religiosità, invece quelle deteriori e diaboliche. Tempi difficili in cui essere poveri. Tempi difficili in cui essere onesti. Tempi difficili in cui essere liberi pensatori.

La conoscenza non è una cosa, come un libro o una statua, ma, per gli uomini, è disponibile solo in quanto movimento di approssimazione alla cosa; per questo non può essere ridotta ad oggetto; e per questo i media che permettono, esteriormente, di farla sembrare un oggetto, sono radicalmente inadeguati, se si fa l'errore di considerarli una fonte diretta e meccanica di conoscenza, anziché qualcosa di ausiliario.

Non è presente il conflitto tra spiritualità e sensualità (proprio del Trecento e drammatico in Petrarca). La natura legittima la forza dell‟Amore in tutte le sue forme contro la repressione religiosa e familiare, ma anche contro ogni astratta idealizzazione.

Questo approccio avrebbe il merito di superare le differenze essoteriche e dogmatiche che normalmente sussistono tra le religioni, e consentire di giungere ad una più intima vicinanza tra le varie confessioni. Naturalmente, ciò non sminuisce affatto l’importanza delle religioni, sul piano essoterico, per condurre l’uomo alla salvezza. Comunque il senso è: va bene tutto, va bene avere le idee confuse, va bene vivere in una realtà fittizia, va bene capirlo e pensare che niente abbia senso, ma smettere di pensare, di ragionare e di immaginare, questo no. Mai. Anche quando non ci si fida nemmeno di se stessi. L’habitat naturale dell’essere umano oramai è la società e questa è composta da tutto quello che siamo in grado di generare, dai nostri umori e dalle nostre idee. Il soggetto conoscente è un io autonomo; l'oggetto conosciuto è un mondo di astrazioni, di concetti e di princìpi atemporali, connessi reciprocamente in una maniera non paratattica, ma ipotattica: cioè non in una sequenza temporale, ma in un sistema sempre valido, perché basato su dei criteri unitari.

Noi, oggi, riprendendo il tema fondante della Luce, con la forza di tutte le consapevolezze fin qui acquisite, possiamo tornare a guardare con rinnovato interesse all‟insegnamento del grande padre Eraclito ed a quella sua spinta a considerare il mondo come un qualcosa di grandioso in ogni sua espressione, mai contrapposto in nulla se non solo in apparenza, dove, anzi, ogni elemento si offre ad occasione di sintesi suprema. In questo dominio l„Uomo e la Natura, assieme posti in assoluta comunione nella contemplazione e nella gloria di Dio, si fanno un tutt‟uno senza più né Bene né Male.

Ma non può, non deve essere, una storia tragica per sempre. Sono le nostre emozioni. ..al fatto che la nostra mente è dominata sommessamente da una forza che è in grado di soffiare via ogni riflessione, ogni ragione ed è l’istinto animale. In particolar modo l’istinto di sopravvivenza. Non è un caso che tendiamo a riconoscere il valore straordinario di quelle persone che in nome di un’ideale sono in grado di rinunciare alla loro stessa vita. Lottare contro gli istinti primordiali è sicuramente più complicato che conviverci, ma siamo solo uomini.  

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Veröffentlicht auf e-Stories.org am 16.06.2017.

 
 

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